Thursday, April 26, 2012

Note Biografiche

Foto di Roberto Bonfigli, copyright 2011

Dal 1976 Patricia pratica Hatha Yoga, intensificando la sua pratica e lo studio dal 1990-1995 frequentando la scuola accreditata del metodo Iyengar “Unity Woods” a Washington, DC, USA, con istruttori certificati direttamente da B.K.S. Iyengar in India. Nel 2009 ha iniziato a seguire in italia presso Atma Studio di Bologna la scuola di Anusara Yoga (“Anusara” = “fluire con la grazia”), fondato da John Friend negli Stati Uniti nel 1997, che mette un attenzione particolare sullo Shivaismo di Kashmir.

Laureatasi in Belle Arti specializzata in pittura nel 1984, guadagnando la seconda laurea con abilitazione all’insegnamento dell’arte al livello universitario nel 1988 alla George Washington University, Washington, DC, con una tesi che esaminava i ruoli della donna nell’iconografia dell’arte e archaeologia greca. Venuta in italia dal 1989-90 per prendere una specializzazione nella tecnica di buon fresco sotto la guida del rinomato maestro Leonetto Tintori presso la sua scuola “Il Laboratorio per Affresco di Vainella” a Prato. Tornando diverse volte per eseguire progetti di affresco in Italia e Malta, si stabili ad Ancona nel 1995. E’ in questo periodo che per arrichire la sua iconografia artistico-espressiva, ha cominciato ad esplorare la nuova dimensione dell’astrologia (occidentale). Viene ispirata ad approfondire questi studi, dovuti agli indizi che sembravano spiegare e illuminare varie esperienze della sua via.

In ottobre 1992 ha il primo contatto con la pratica della meditazione, e la sacra scienza dei Veda (le sacre scritture dell’India). Da allora segue lezioni e corsi sullo Yoga, i Veda ed i Purana, con un attenzione particolare sullo Shivaismo di Kashmir.

Nel 2003 inizia lo studio dell’Astrologia Vedica con Drupada, presso Ananda Assisi, e da allora segue annualmente i suoi corsi sull’interpretazione della carta astrologica Vedica. Attualmente studia con la rinomata Komilla Sutton. Ha frequentato corsi di corrispondenza sull’Astrologia Vedica e Ayurveda del Dott. David Frawley (“Pandit Vamadeva Shastri)”, Direttore e Fondatore del “American Institute of Vedic Studies” (“istituto americano sugli studi vedici”), e studia numerosi astrologi accreditati, con particolare enfasi sugli scritti di Komilla Sutton, Hart DeFouw e Robert Svoboda, Bepin Behari e Dott. G. S. Kapoor. E’ membro dell’associazione professionale per Astrologia Vedica “BAVA” – British Association for Vedic Astrology.

Introduzione all’Astrologia Vedica: La “Jyotish”

Foto di Roberto Bonfigli, copyright 2009

Prima di tutto – OM -- Chi sono? – OM -- Se sapessimo la risposta a questa domanda non ci sarebbe bisogno di volgerci all’astrologia. Tuttavia, da qualche parte all’interno sappiamo già la risposta. E’ possibile che si trova il contatto con la Jyotish quando si arriva al momento in cui ci si sente pronti a riconoscere l’illimitatezza dell’Essere? Anche se la Jyotish può dimostrare le caratteristiche d’una personalità con tutti i suoi colori, si interessa più di fornire una luce per aiutarci a navigare le curve, i dossi e le salite nella nostra ascesa alla libertà, invece di identificarsi con la personalità e le emozioni.

A che cosa serve allora l’Astrologia Vedica, cioé la Jyotish,  se l’impostazione dei pianeti al momento della nascità indica un percorso fisso dal punto “A” della nascita al punto “Z” della morte? Perché siamo attratti a questa scienza sacra? E’ possibile che possiamo trovare degli indizi a permetterci di rimuovere della confusione sulle possibili scelte che girano nella mente? Crediamo che tramite l’informazione dataci da un’astrologo saremo in grado di cambiare il destino? Vogliamo svelare il mistero che permea ogni parte della vita? OM!

Durante il corso mentre impariamo i principi della Jyotish cercheremo di affrontare queste problematiche. Che cos’altro si può fare con la Jyotish?

Attraverso i 360° dello Zodiaco i movimenti dei pianeti in ogni momento creano dei rapporti tra di loro che cambiano – a volte sono più armoniosi e a volte meno. Il momento della nascità deve rispettare il karma già creato da ogni persona. Dobbiamo proprio uscire dell’idea del karma “buono” o “cattivo” o come qualcosa che funziona come una punizione. Il karma rappresenta il potere dell’anima che ha scelto di sperimentare le situazioni create dalla propria coscienza, anche se in linea di massima, queste creazioni sono state fatte da uno stato poco consapevole. Forse arriviamo al contatto con la Jyotish quando siamo pronti a riconoscere il potere insito in noi e così uscire dal ruolo di essere vittime di qualsiasi cosa che sta al di fuori di noi. Comunque, nonostante che ci fornisce con dei mezzi per raffinare e migliorare le nostre scelte, nessuna forma di astrologia dovrebbe essere frainteso come un mezzo per controllare la vita.

Tuttavia, altro che l’analisi della carta natale, tramite la conoscenza della Jyotish e i movimenti dei pianeti è possibile trovare dei momenti propizi e armoniosi per l’inizio di un evento importante, che può essere per esempio: la data di un matrimonio, l’inizio di un’attività, l’acquisto di una casa, firmare un contratto importante. Attenzione, però – qualsiasi nascità nel mondo deve per forza affrontare le condizioni della dualità; quindi, anche se i momenti scelti sono più propizi, gli eventi che nascono nel mondo sono sempre soggetti alle prove e le sfide che ci aiutano a crescere. E a volte, dovuta al karma personale, regionale, nazionale o mondiale, non è facile trovare un momento senza complicazioni. Tuttavia, si può proprio evitare i peggiori momenti pieni di difficoltà e prove, diciamo quelli meno fortunati per quella particolare iniziativa o attività!

I momenti cercati dall’astrologa Jyotishi sono quelli in cui la Luna, l’Ascendente e i significatori degli eventi da “nascere” sono liberi da afflizioni dai pianeti considerati più difficili: Marte, Saturno, Rahu e Ketu. A volte i pianeti sono configurati in maniere molto difficile per trovare la “strada libera” e si deve accontentarsi con un momento che rappresenta “il meno dei mali”.  A questo riguardo, però, ricordiamoci che siamo tutt’Uno, e l’Intelligenza Infinita crea ogni cosa per il nostro Bene. Quindi, accettiamo anche se i momenti difficili da percorrere sono fatti per rafforzarci e portarci oltre le nostre idee limitate. Tuttavia, il compito dell’astrologo è di aiutare gli altri nell’allegerire e migliorare il loro karma.

Tuesday, April 24, 2012

La LUNA PIENA - SOMA - Il mobile lago di nettare


SOMA - The Full Moon - A Mobile Lake of Nectar
by Patricia Lee Nicholls
copyright 2001, pastel on paper 33x40 cm

Riflettendo sul significato generale della Luna Piena ....

La Luna rappresenta la mente totale -- ricordi, emozioni, conscio, subconscio, intelletto, tutto; il principio femminile, la "Shakti", o "Prakriti" = Natura; quel Potere della Coscienza che è la manifestazione e che nutre la manifestazione. Il Sole rappresenta la scintilla di Luce che è la pura Coscienza = Shiva, o "Purusha". Alla Luna Piena la Luna riceve la massima luce dal Sole per così riflettere quella Luce sulla Terra -- e questa luce illumina in pieno le nostre menti: La Luna è parte di noi! E a secondo il nostro stato d'animo questa piena luce può illuminarci; oppure può creare disagi se la nostra mente non vuole "vedere" poiché teme di vedere qualcosa di brutto all'interno, credendo di essere cattivo, o peccatore, o ricordando gli errori commessi.... Tuttavia, ogni mese la Luce illumina qualcosa nella nostra comprensione, e sia se la sperimentiamo per il "bene" o per il "male", ci porta sempre ad un nuovo livello di comprensione.... "Tutto avviene per il meglio!" -- anche se in superficie, nella percezione limitata della mente analitica,  vediamo gli errori, invece:  "Tutto avviene per il meglio." E noi, infatti, siamo sia Sole che Luna. E questo, sì è di buon auspicio -- Uno dei nomi principali della Luna in Sanscrito è "Soma", che è l'aspetto maschile della Luna -- e Soma è anche l'elisir, il Nettare della Beatitudine. 

Prendo una citazione dalla Bhagavad Gita citato nel libro "Ricordo" di Gurumayi Chidvilasananda  :

"Nella Bhagavad Gita, il Signore parla della natura sottile della luna:

'Fra tutti i corpi celesti, io sono la luna.
Permeando la terra, sostengo tutti gli esseri
con la mia forza,
e come soma, liquida luce lunare,
aiuto a fiorire tutte le piante curative.' ....

Jnaneshwar Maharaj, commentando questo verso della Bhagavad Gita, dice:

'O Arjuna,
io sono la luna, un lago di nettare che si muove nel cielo.
Con raggi che scendono in flussi senza limiti,
nutro ogni specie di vegetazione.
Così maturono raccolti di tutti i generi
che danno cibo a ogni creatura vivente.
Io sono la luna, un lago di nettare che si muove nel cielo.'"

("Remembrance", Copyright 1998 SYDA Foundation. Tutti i diritti riservati. 
Edizione italiana, "Ricordo", Copyright 2002, SYDA Foundation, pagine 6-7)

Trovo molto bello quest'immagine della Luna come "un lago di nettare che si muove nel cielo" presentato da Shri Jnaneshwar, che ha fatto la prima traduzione della Bhagavad Gita dallo Sanscrito nella lingua comune. E comprendere che la Luna rappresenta, ed è, la nostra mente, quando guardiamo la Luna piena possiamo contemplare la nostra propria mente come "un lago di nettare che si muove nel cielo", e sperimentare al nostro interno il nettare della beatitudine: "soma, liquida luce lunare".

The World, What Is It?

"Celestial Portrait: Catia and Sergio"
by Patricia Lee Nicholls,
(c) 2003, oil on canvas, 12"x12" (30x30 cm)

The World, The World, WHAT Is It?
I, the “Me” that “I” SEEM to KNOW.
Who Am I?
Where Am I?
Where Am I going?
At what point am I now, in this moment,
In the Illusion of Time and Space,
On my Voyage with all my Brothers and Sisters,
In the Visible and Invisible Universe?

I find it useful sometimes to check the dictionary to help me to examine the roots of concepts that I often take for granted. An examination of the word “universe” according to The American Heritage Dictionary of the English Language, describes in part:
Universe =            All existing things, including the earth, the heavens, the galaxies, and all therein, regarded as a whole; the cosmos; macrocosm.
Uni- =                        Indicates the state of being single or of having or consisting of only one.
Verse =            (?Ahhhh! “Verse” can hold several meanings in our linear language.):
            •  noun -            a line or verse in a song or poem
            •  verb –             to write poetry (from Latin versus, “a turning of the plow”,
from past participle of vertere , “to turn”.
            •  verb -             to make familiar, knowledgeable, or skilled, to school.

Which definitions lead me on to reflect:
Linear Language:
            We express ourselves every day using the words of a language, usually without being aware of how much Time and Space affects our perception of “Reality”.

Questions:
  •  HOW many years have I spent learning to use, and to refine my use of, a particular “Mother Tongue” – a language that cannot be understood by EVERY ONE on "Mother" Earth?

•           HOW can so many people in our modern, industrialized culture practically ignore the awesome discoveries of Quantum Physics –
--           That "time" is not linear, as was once believed, but that “time” functions more like a foam – every action within every moment multiplying upon itself in:
MULTIPLE DIMENSIONS.
--           That some Quantum Physics experiments (whether considered “the final word” or not) suggest that the Speed of Light, once believed to be a fixed constant, may actually speed up when sub-atomic particles are propelled at what was once believed to be the limit of the speed of light.
                        IF science can discover
--            that Time and Space are relative,
--           that the world is round, and not flat, as was once believed,
--           that once Humankind has developed the physical capacity to create a machine that can propel an “element” at the once-believed “speed of light”, then LIGHT shows Itself to us as able to change its speed so as not to permit a physical object to reach it,
                        THEN, why do we continue to feel so strongly that what we believe is so important?

Words and Language are by their very nature LINEAR. To me, the theory that Time is not linear may  demonstrate that it may be the moment for humankind to learn to DOUBT the convictions we have learned through our limited and limiting linear languages.

Good and evil are human terms for learned concepts based on human judgments: I am good, and my neighbor, another race, another country … anyone who is different from me or thinks in a way different from me threatens my values, is thus evil, or bad, and so must be feared.” When we fear, we respond by trying to control, creating a vicious cycle of fear-control-frustration-anger-more fear-more control-more frustration-more anger-etc-etc, which can multiply and accelerate to the point that we are more at war with ourselves than with our “neighbors”.

Here it may be useful to point out that, although I express the following thoughts mostly in Christian terms, I feel that every spiritual tradition, in its pure, unadulterated form, deserves to be respected, whether or not we succeed in understanding or accepting its validity, its expression or its roots. In fact, due to the fact that - even within various Christian traditions - so much conflict and controversy exists dealing with Christ’s name and life, I often find it difficult, myself, to use the name of Christ, being sensitive to the great possibility of being misinterpreted.

I THINK             -That Christ tried to teach us to exit from our linear concepts and perceptions. That Christ tried to help us to see beyond Time and Space as CHILDREN, accepting that we can learn to live by clearing our minds of all our prejudices and fixed opinions, softening our minds and hearts so that they will be able to return to their origins in LOVE.

            That Love Is:
            --            One of the most misused terms in practically every language.
            --            A principle, not an emotion that may change according to whether “you” give “me” what I perceive as what I desire or need.
            --            A constant, and that it is our True Nature.
            --            Revealed when we learn to DOUBT the endless rationalizations of our judging minds, and accept that we, and everyone and everything are interacting in an ever-changing perfect matrix of elements evolving together, and that despite our perception of some things being good and some things being evil, every circumstance serves in some way to lead us to being able to “live in the world without being of the world”….

            --            The Fruit of The Tree of Life that comes to us when we finally learn how to surrender our minds to LOVE, and truly ask that the Will of Love Be Done, rather than that our interpretation of our desires be done.

From personal experience due to an especially traumatic life-event and thus having to learn how to exit from panic and anxiety attacks, it seems that the most difficult thing for a human mind to surrender is its tendency to judge some things as good and others as evil. In fact, when you read this phrase, your mind might respond instinctively: “Eeek! How on earth can I let my guard down in this competitive world for one minute without risking being assaulted by ‘crooks‘ ‘the bureaucracy‘, etc. etc.!” … especially due to the fears that confront us each and every day through news reports from the mass media!

Don’t worry. You don’t have to go “cold turkey” and live without judgment and fear all at once. But just try, for just a few minutes each day, to doubt in your belief in the validity of good and evil, in the need for fear, in the belief that Love or God has anything at all to do with judging either events, or you and your perceived “errors”. Asking yourself, without allowing your own my to answer you back: “If God is Love, then how does Love judge?”

To me, Christ’s lesson to the Children of the Earth was not intended to make us concentrate on the pain and suffering that we “saw” him endure. Instead, that we should reflect on the possibility that the real “He” or “Me” or “I” is eternal and can neither be harmed nor die, even though the “I” in this body must exist in the Illusion of Time and Space. When one begins to feel that the real “I” cannot be either touched or harmed by any perceived evil, and that we are all learning and evolving together, then everything, without exception, whether inside or outside oneself, becomes ONE integral part of a harmonious Universe.

©Patricia Lee Nicholls, February 12, 2003